sabato 27 Luglio 2024
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Overtourism: quali politiche di destinazione?

Il turismo è il settore che cresce di anno in anno, svolgendo un ruolo determinante nell’aumento delle economie locali, nella creazione di posti di lavoro, nell’incoraggiare i governi locali nella realizzazione e nella manutenzione delle infrastrutture, nonché contribuendo allo sviluppo di altri settori dell’economia. D’altra parte, le comunità sono sempre più preoccupate per il sovraffollamento turistico, con spazi urbani contesi che diventano palcoscenico per i movimenti anti-turismo.

Overtourism: densità / saturazione / congestione

Il “sovraffollamento percepito“, innescato da un gran numero di persone in movimento, produce una serie di conseguenze che stanno in una forbice che va da bassi impatti positivi e sostenibili fino ad elevati impatti negativi e insostenibili.
È infatti inevitabile che il movimento delle persone nelle città provochi – per livelli crescenti – densità, saturazione o congestione degli spazi pubblici e dei servizi, influenzando negativamente sia l’esperienza dei visitatori che la percezione di qualità della vita dei residenti.

Troppo a lungo si è sottovalutato quanto la qualità della vita dei residenti fosse importante anche per il turismo stesso. Non soltanto perché le persone devono avere voce in capitolo nel modellare il proprio futuro, come conseguenza diretta degli impatti che il turismo può indurre nella propria quotidianità, ma anche perché l’ospitalità locale – quanto più sincera e autentica – è diventato l’elemento chiave dei prodotti turistici.

Quando il numero di turisti raggiunge il punto in cui impatta pesantemente sul tessuto sociale, i residenti sviluppano un atteggiamento respingente nei confronti dei visitatori: senza un’adeguata politica di destinazione, i flussi non possono essere controllati e superano la capacità di carico dei luoghi. A quel punto, la monocultura turistica – guidata dal profitto e dalla rendita di posizione – spinge nella direzione di dedicare prioritariamente ogni struttura, infrastruttura e servizio ai turisti, finendo inevitabilmente per ridurre lo spazio vitale della popolazione locale.

Il crescente numero di arrivi e presenze turistiche porta disagi sempre maggiori per i residenti: disturbi causati dal rumore, danni al paesaggio, difficoltà di smaltimento dei rifiuti, sovraffollamento dei trasporti pubblici e di intere zone della città, congestione delle infrastrutture e degli impianti, danni ai siti naturali, storici e architettonici, ma anche perdita di biodiversità e smarrimento del tessuto socioeconomico tradizionale e identitario.
Nel medio periodo, l’economia turistica provoca un’elevata dipendenza economica che si riflette nell’inflazione, nell’aumento indiscriminato dei prezzi, nel costo della vita, nella scarsità di alloggi residenziali e di servizi locali.
Occorre inoltre prevedere un certo tasso di comportamenti indesiderati dei visitatori, che provocano fastidio e frustrazione nei residenti, ostilità nelle relazioni ospite/visitatore, aumento della criminalità e della violenza, cambiamenti negli stili di vita e perdita di identità culturale, inducendo anche potenziali conflitti sociali tra le parti interessate direttamente dal reddito turistico e le altre componenti della società.

Quali risposte possibili? Quali politiche di destinazione?

L’overtourism, come si è premesso, è un fenomeno complesso. Al fine di prevenire e/o affrontare in modo proattivo i suoi impatti,
sono necessari strumenti e misure personalizzati e specifici per ciascuna località.
Questo fattore, di per sé, non è il problema principale, che rimane connesso alla disponibilità di dati accurati per l’attuazione di interventi efficaci, nonché di misure di gestione della destinazione: da un lato perché i decisori politici sono sempre disponibili a creare eventi e attività di promozione, ma non sono altrettanto sensibili quando si tratta di commissionare studi, ricerche e approfondimenti; dall’altro per il moltiplicarsi di attori che impattano su arrivi e presenze operando al di fuori di ogni controllo (si pensi ad esempio alle piattaforme di sharing economy come Airbnb o Uber o piattaforme peer-to-peer come TripAdvisor).

La maggior parte delle destinazioni sono gestite sulla base di un paradigma di crescita infinita, che mira principalmente al numero di visitatori – sulla base di indicatori quantitativi (e novecenteschi) come “arrivi” e “presenze” – senza considerare la capacità di carico e altri obiettivi strategici di sviluppo.

Agli amministratori locali ed alle reti di operatori economici, turismica offre la propria esperienza nella direzione di:

  • condurre ricerche sistematiche sulle ragioni e sulle dimensioni dell’overtourism;
  • sostenere l’avvio della raccolta dati – a livello NUTS 3 – sul numero di turisti e visitatori giornalieri, comprese le nuove forme di condivisione di alloggi e di modalità di trasporto;
  • avviare percorsi di partecipazione per condividere con le comunità locali una visione di turismo di lungo periodo, con l’obiettivo di favorire politiche di destinazione capaci di porre maggiore enfasi sugli elementi qualitativi dello sviluppo (redditività, occupazione qualificata, salari equi, diffusione delle opportunità, ecc.) piuttosto che sulla rendita di posizione e sulla crescita degli arrivi;
  • aprire un dibattito sulle forme di governance più adatte a garantire uno sviluppo economico della destinazione compatibile con le caratteristiche sociali, culturali e ambientali del territorio;
  • coinvolgere regolarmente le parti interessate e i residenti nella pianificazione turistica e nei processi di sviluppo della destinazione;
  • supportare il monitoraggio dei “sentiment” turistico, al fine di attivare misure tempestive di contrasto ai fenomeni di overtourism;
  • incoraggiare la diffusione della cultura dell’ospitalità e della cultura di rete, sostituendo progressivamente l’approccio meramente turistico con una dimensione di sviluppo che consideri la più ampia e innovativa visione dell’economia dei visitatori;
  • introdurre metodologie e tecnologie innovative – anche fondate sull’intelligenza artificiale (AI) – che consentano una migliore conoscenza dei mercati e una specifica profilazione dei servizi, per agire sul posizionamento strategico della destinazione.

Per maggiori informazioni, entra in contatto con turismica

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